venerdì 26 ottobre 2012

Comunicare con l'aldilà


La comunicazione con l’aldilà affascina da sempre molte persone, sia per semplice curiosità o per avere un contatto con una specifica persona che non c’è più oppure ancora per ottenere risposte o informazioni riguardo alla propria vita o al proprio futuro. Medium e sensitivi sembrano moltiplicarsi a vista d’occhio, basta aprire le pagine di un giornale per trovarci pubblicità di ogni genere, persone che garantiscono risposte e soluzioni a qualsiasi tipo di problema. Ho conosciuto sensitivi e persone dotate di facoltà eccezionali in grado di aiutare il prossimo, ma purtroppo questo è perlopiù un mondo ricco di impostori, persone che si improvvisano medium o veggenti e che lucrano sui problemi e sulla disperazione della gente.

Il mio primo consiglio è quello di diffidare da chi vi presenta false speranze, da chi tenta di inculcarvi paure o dipendenze, da chi pretende di guarire da ogni malattia o di risolvere ogni problema. Io stesso non sempre ottengo risposte alle mie domande. Tutto dipende da quanto mi è concesso e utile sapere. Tengo a sfatare immediatamente il mito che io possa venire a conoscere in anticipo tutto ciò che mi circonda, compresi i numeri del lotto! Se le mie guide ritengono che divulgare determinate informazioni pregiudicherebbe il mio percorso di apprendimento o della persona interessata che ho di fronte, non ricevo risposta alcuna. Ci sono cose nella vita che, nel proprio percorso di evoluzione, ognuno deve scoprire da solo. Certi valori e certi ideali che fanno parte del piano materiale sono estranei a quello dell’aldilà, come appunto la richiesta di una vincita alla lotteria!

Il secondo consiglio è evitare il “fai da te”, affidandosi a sedute spiritiche (termine generale che include parecchie tecniche di evocazione dei defunti), fosse solo per curiosità o per gioco. Sono pratiche che personalmente non svolgo (o per lo meno non in maniera volontaria) e che trovo vadano a disturbare un mondo molto particolare, con dinamiche difficili da gestire.

Vorrei poi sottolineare come molte di queste comunicazioni medianiche possono anche essere falsate o difficoltose, proprio per la struttura stessa e le dinamiche del post mortem. Un’anima, dopo la morte, prende strade differenti. Potrebbe reincarnarsi in questo piano o essere in transito verso piani evolutivi diversi, pertanto chi si presenta nelle comunicazioni spiritiche non necessariamente è la persona che dice di essere. Si può trattare in questo caso di altre “memorie” o vibrazioni spirituali che in un certo qual modo si travestono e si presentano ai medium con una certa identità in ragione di una specifica finalità. Il fatto poi che qualcuno sia morto e ora identificato nella forma spirituale non gli conferisce immediatamente una grande saggezza o una onniscienza: accanto a entità evolute e di livello superiore, vi sono anche spiriti ignoranti e sciocchi come lo potevano essere nella vita. O, peggio, entità inferiori (appartenenti cioè a un livello di perfezione più basso), che possono manifestare atteggiamenti negativi o malvagi.

Non dimenticate infine che comunque tutti i giorni noi siamo in contatto con l’aldilà, ogni istante. Il problema è che spesso non riusciamo a rendercene conto. Dall’altra parte della soglia ci vengono trasmessi molti segnali, tante volte a livello onirico, a volte sul piano squisitamente pratico, ma non sempre riusciamo a cogliere questi messaggi, perché siamo disturbati dal “rumore e dalle interferenze” del piano materiale. Penso ad esempio a una luce che si spegne improvvisamente senza motivo, a un oggetto che si era perso e ritrovato proprio dove continuavamo a guardare, a un particolare sogno che ci ha svegliati il mattino. Semplicemente, siate più sensibili e aprite la mente a un mondo più spirituale!




venerdì 19 ottobre 2012

La mia infanzia


Non ho avuto un’infanzia facile.
Già intorno all’età di tre anni ho iniziato a vedere attorno a me volti o figure che mi accompagnavano silenziosi ovunque andassi. Poco a poco ho imparato a comunicare con loro, cosicché riuscivo a godere della loro compagnia, senza peraltro pormi grandi domandi di chi fossero e da dove venissero queste entità. Per me erano semplicemente degli amici.
Inizialmente in famiglia non prestarono troppa attenzione a questo mio isolamento dalla realtà; spesso i bambini si ritagliano un mondo di amici immaginari che svaniscono con la crescita.

A seguito della prima NDE, la mia infanzia subì un ulteriore forte cambiamento e in un certo modo fu vissuta in maniera più restrittiva rispetto ai miei coetanei. I miei genitori, temendo per la mia incolumità a causa dell’allergia agli anestetici e avendo paura che mi facessi male, diventarono ancora più protettivi: niente partite di pallone, nessuna scorribanda con altri bambini, era meglio stare a casa. E quindi spesso mi ritrovavo solo nella mia camera, isolandomi ancora di più nel mio mondo.
Pur essendo troppo giovane per dare un senso a tutto ciò che vivevo, dopo la NDE mi sono reso conto che le entità che avevo incontrato oltre la soglia erano le stesse che vedevo tutti i giorni e che c’era quindi un collegamento con un mondo ultraterreno. Inoltre, in alcuni periodi soffrivo pure sul lato fisico, con improvvise, prolungate e inspiegate febbri.

Ammetto che la situazione non era semplice da gestire né per me, né per i miei genitori che erano evidentemente preoccupati.
La razionalità di mio papà lo portava semplicemente a vedermi come un bambino malato. Cercò risposte nella medicina e nella psichiatria, portandomi in analisi da specialisti e luminari nella speranza di ottenere risposte che mai arrivarono. Non avevo nulla di patologico. Mia mamma, con la sua fede, era invece più propensa a credere che fossi vittima di qualche forza negativa non ben identificata e mi fece girare diversi esorcisti e sacerdoti. Ma anche in questo caso, nessuno sapeva dare una spiegazione, non avevo nulla di diabolico…

Dal canto mio, percepivo ma non comprendevo appieno la mia diversità. Certo, se mi paragonavo ai miei coetanei non mi vedevo come loro, ma fortunatamente non me ne importava granché, non sono mai stato un conformista. Ho imparato a gestire la situazione con i miei (pochi) amici, semplicemente evitando di raccontare loro le cose che vedevo e sentivo e dandomi da fare per comportarmi in maniera “normale”. Con il passare degli anni ho pian piano accettato questo mio mondo, senza mai farne né un vanto, né un handicap, anche se non sempre si tratta di situazioni piacevoli o positive da vivere sia sul piano fisico che spirituale.

Mi rendo conto del rischio che corro - oggi come allora - di non essere creduto o essere considerato folle o semplicemente ridicolo. Spesso ancora taccio o sorvolo di fronte al palese scetticismo o alla strafottenza di alcune persone, perché so che fondamentalmente è dettata dalla paura dell’ignoto.
La mia forza resta comunque la consapevolezza che le mie doti, indipendentemente se la persona che ho di fronte ci creda o meno, la possono aiutare. E di questo ne vado fiero.



sabato 13 ottobre 2012

Al di là dei sogni


Da sempre il tema dell’Aldilà ha ispirato diversi artisti - scrittori, pittori, ma anche registi e compositori - che hanno tentato nelle loro opere di descrivere la vita ultraterrena. Obiettivo non facile, se si pensa che tutti coloro che lo hanno visitato con un’esperienza di premorte, riportano impressioni visive, uditive, tattili e persino olfattive molto vivide, più intense di quelle terrene: colori mai visti, musiche mai sentite, paesaggi e luci oltre ogni immaginazione. Oltre ai cinque sensi amplificati, vi sono poi esperienze propriamente sovrannaturali quali la telepatia, il teletrasporto o la possibilità di creare col pensiero qualsiasi cosa.
Un film che ho particolarmente apprezzato e che è in gran parte riuscito a descrivere la vita oltre la morte, è “Al di là dei sogni” (titolo originale “What dreams may come”, di Vincent Ward, con Robin Williams), che nel 1999 ha vinto l’Oscar per i migliori effetti speciali e scenografia. In realtà il film, seppur amato dal pubblico, è stato stroncato dalla critica, che forse non ha apprezzato la storia d’amore un po’ melensa, ma non ha neppure colto la profondità dei difficili temi toccati.
I due attori protagonisti interpretano una coppia felice che deve prima affrontare la morte del cane, poi dei due figli e che viene poi separata, quattro anni più tardi, dalla morte di lui in un incidente stradale. Descritto così il film sembra un’ecatombe, una tragedia dall’inizio alla fine! In realtà, malgrado la drammaticità della storia e la descrizione della sofferenza terrena dei protagonisti, il film è un inno all’amore, vuole infondere una grande speranza e fare riflettere sul senso della morte, dell’amore e della vita dopo la morte.


Vengono mostrate, in maniera a mio avviso abbastanza corretta, diverse fasi, quali il passaggio nell’aldilà, la presa di coscienza della morte e il distacco dal mondo reale, l’analisi del proprio vissuto, l’incontro con gli angeli della morte (di cui ho già parlato), con gli spiriti guida, la reincarnazione e altri ancora. Ma penso che questo film più di altri sia riuscito sia a dare una giusta idea di quello che è il Paradiso, che in maniera molto semplice, non è nient’altro che il luogo idilliaco che ognuno di noi ha immaginato nella vita terrena. Con colori ed effetti speciali, si percepisce l’unicità del luogo, che per il protagonista corrisponde ai paesaggi raffigurati nei quadri della moglie pittrice.


Personalmente non concordo invece con l’approccio dato dal regista verso il suicidio e più in generale con la sua descrizione dell’Inferno, ispirato più a Dante Alighieri che all’amore e al perdono di Dio. Ma su questo argomento, ci ritorneremo.
Termino con una delle frasi più belle del film e il consiglio a tutti di vederlo (o rivederlo): “La gente spesso definisce impossibili cose che semplicemente non ha visto". 




venerdì 5 ottobre 2012

Come stanno i nostri cari morti?


Una delle questioni che più spesso mi sento chiedere dalle persone che si rivolgono a me, è se i loro cari morti stanno bene o male e se esiste un modo per sentire la loro vicinanza e il loro supporto.

Posso dire con grande sicurezza che stanno benone! Anzi, sono felici! Senza preoccupazioni, sani, leggeri come una piuma, con un corpo sempre giovane che non ha dolori e fastidi. Sono felicemente impegnati a imparare tutto sulla la vita e l'eternità, e spesso sono coinvolti da attività che desideravano realizzare quando vivevano sulla terra, ma che non potevano svolgere. Non vi hanno dimenticato, ma devono comunque lavorare e lasciare voi e i vostri familiari vivere le vostre vite. In altre parole, non sono molto preoccupati di rimanere intorno a voi: sono occupati e sanno che avete una vita da vivere.


Sul perché non comunicano spesso con noi, o affatto, una delle ragioni è che è difficile per loro fare ciò. Non è qualcosa che loro possono fare facilmente e, d'altra parte, poche persone hanno capacità medianiche per ricevere le loro comunicazioni. La maggior parte degli Spiriti inoltre non é capace di giungere fino al nostro livello. Possono percepire i nostri pensieri, ma potrebbero non essere in grado di comunicarci i loro.
In realtà, n
on sono granchè preoccupati per noi: ora sanno la verità cioè che noi, come loro, siamo esseri eterni. Vivremo la nostra vita e la transizione verso il piano successivo dove ci aspettano, ma nel frattempo, sanno che poco possono davvero fare per aiutarci con le nostre lotte, perchè dobbiamo lavorarci sopra da soli, imparando dalle diverse lezioni della vita terrena.

Tuttavia, è possibile ricevere la loro assistenza, anche se ciò non avviene nel modo in cui ci si potrebbe aspettare o desiderare. Ad esempio, si può avere una visione improvvisa o una sensazione di calma e di pace nel bel mezzo di una preoccupante situazione. Potreste inaspettatamente incontrare qualche persona terrena che avete bisogno di sentire, o potreste trovare "per caso" informazioni utili a risolvere un problema che vi affligge su un libro o in televisione. Ognuna di queste intuizioni potrebbe esservi stata inviata da qualche Spirito che, se lo desidera, può così trasmettere il suo messaggio.  
I nostri pensieri più intensi raggiungono i nostri cari nella vita ultraterrena e loro rispondono venendoci accanto di tanto in tanto, anche se non possiamo chiaramente vederli. Spesso tornano quando si pensa a loro, ma non osservano compleanni e anniversari, perché nella vita ultraterrena non esiste il tempo come noi lo conosciamo. 
 Se il vostro caro vi ha lasciati da neonato o da bambino, resterà per un pò con gli altri membri della famiglia che vi hanno preceduto. Essi continueranno a crescere il bambino con amore, e voi vi riunirete con lui al momento della vostra transizione. 
Anche gli animali domestici sono accuditi dai membri della famiglia fino all'arrivo dei proprietari nell'Aldilà quando l'animaletto ritorna a vivere col suo vecchio padrone. 

La risposta è dunque chiara: sono più felici di quanto non lo siano mai stati, ma sono sempre con noi e sanno che si sono separati solo per un breve periodo. E ricordate: sono più felici quando noi siamo felici.