Difficile riuscire
a spiegare in poche parole chi era Gustavo Rol. Nato a Torino nel 1903 e morto
all’età di 91 anni, uomo colto e raffinato, laureato in giurisprudenza, amante
dell’arte e della musica, proveniente da famiglia borghese benestante e sposato
a una nobildonna norvegese, Rol è oggi conosciuto come il più grande sensitivo
e veggente del secolo e ciò malgrado lui stesso non amasse essere considerato
tale.
Pur rifiutando ogni
allusione al paranormale e sempre restando persona riservata e modesta, Gustavo
Rol era solito invitare regolarmente nella sua casa di via Pellico gli amici
più cari con i quali condivideva i suoi “esperimenti” (poteva trattarsi di lettura
e scrittura a distanza, pittura automatica, telecinesi, materializzazione di
oggetti, oppure lettura del pensiero, diagnosi mediche, bilocazione, fino al
passaggio attraverso i muri).
Di questi fenomeni
e di altri ancora sono riportate numerose testimonianze, non solo dei più
stretti amici ed estimatori di Rol, ma anche di giornalisti, scrittori,
scienziati e uomini di stato che entrarono in contatto con lui (per citarne
alcuni tra i più famosi, Federico Fellini, Franco Zeffirelli, la famiglia
Agnelli, Cesare Romiti, fino a Albert Einstein, Mussolini e Charles De Gaulle).
Si dice che Rol non chiese né accetto mai denaro da nessuno, probabilmente anche
perché non ne aveva necessità alcuna.
Questi incontri
privati si aprivano sempre con prestigiosi ed impressionanti giochi di carte.
Un’abitudine che Gustavo Rol aveva adottato, prima di entrare a parlare di
argomenti ben più complessi e spirituali, a mio avviso con l’intento di riscaldare
l’ambiente, di sdrammatizzare e dissacrare gli argomenti seri e spirituali che
seguivano, e tentare di mettere in chiave “normale” fenomeni in realtà
paranormali. Con i suoi “esperimenti”, Rol voleva invece far riflettere
sull’esistenza di un’altra dimensione, spirituale, energetica, divina, a
seconda dell’interpretazione di ognuno.
Rol non lasciò
molti scritti o dichiarazioni, ma sicuramente enormi spunti di riflessione. La
sua frase più emblematica fu questa: “Ho scoperto una tremenda legge che lega
il colore verde, la quinta nota musicale ed il calore”. Il suo messaggio resta
dunque molto ermetico, non di larga portata e diffusione né di immediata
comprensione. Per i numerosi riferimenti all’alchimia, alla metafisica e alla
simbologia, chi si è avvicinato al pensiero di Gustavo Rol, o chi lo farà, deve
aver intrapreso un cammino introspettivo e iniziatico.
Più in generale
comunque, il suo grande pregio è stato sicuramente quello, in un’epoca di
grande materialismo, di aver affermato la presenza di Dio e di una vita
ultraterrena e di aver riavvicinato l’uomo al
divino senza intermediari (come già riportavano i vangeli gnostici, “Oh Dio,
fammi Dio!”).
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