Grazie alle esperienze
che ho vissuto e ad altri racconti di NDE che ho potuto raccogliere, ma
soprattutto basandomi sugli insegnamenti ricevuti dalle mie guide, talvolta
supportati da letture di altri autori sull’argomento, posso riassumere quello
che so o credo di sapere riguardo al passaggio che tutti affronteremo, quello dalla
vita alla morte. Cosa ci succede quando si muore?
Inizialmente ci si trova a
galleggiare, a gravitare fuori dal corpo, quell’involucro che ha permesso la
vita terrena ma che ora non serve più. In quell’istante ricordiamo tutti i
momenti positivi e negativi, tutti gli episodi della nostra esistenza. Come in
un film, rivediamo e prendiamo coscienza di tutte le nostre azioni e degli
effetti che hanno avuto su di noi e sugli altri.
Poi si apre il tunnel, il
canale, il ponte che ci porterà verso la Luce.
Come già detto, una delle
più grandi paure delle persone, oltre quella di soffrire, è il dover affrontare
l’ignoto o anche il nulla (a dipendenza delle proprie convinzioni
religiose). In realtà questa paura si trasforma quasi sempre in una sensazione di
attesa gioiosa. In quel momento in cui spesso si vivono sentimenti di titubanza
e di paura, veniamo infatti accolti da persone conosciute e già defunte, di
solito parenti più stretti a cui si era più legati in vita. Queste persone ci
sorridono, ci accolgono, ci parlano, tranquillizzandoci. Grazie alla fiducia
trasmessa da queste persone, subentra in noi l’interesse, il desiderio di
seguirli, di lasciarsi andare nell’Altra dimensione. Il corpo fisico non ci
interessa più e viene definitivamente abbandonato.
E così, sostenuti da
queste figure familiari che pian piano ci lasciano andare, veniamo catturati
dalla Luce.
Ma ecco che, nello stesso momento, possiamo accorgerci che le persone che ci avevano accompagnati, non sono più le
stesse, non hanno più le stesse sembianze: la mamma non è più nostra mamma, il
figlio non è più nostro figlio… Ma allora chi sono?
Sono i cosidetti Angeli
della Morte, ossia spiriti, anime di altre persone defunte, che invece di entrare
nella Luce eterna, sono stati incaricati di un altro compito, il più gravoso e
importante: quello di aiutare gli altri ad accettare serenamente il trapasso e
a raggiungere la Luce. E per fare ciò, prendono le sembianze di persone defunte
alle quali siamo particolarmente legate.
Vi è tuttavia da dire che
gli Angeli della morte possono entrare in gioco anche prima di questo momento.
È infatti uno dei pochi angeli che ha la possibilità di venire anche
nell’Aldiquà, avvicinandosi nella vita di una persona tempo prima che questa
sia destinata a finire, per affiancarla ed aiutarla in questo percorso.
Sono quindi loro i veri “traghettatori”
nell’Aldilà e, malgrado il loro nome, assieme all’Angelo custode, devono essere
considerate figure particolarmente amichevoli e di aiuto.
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