La risposta a questa domanda
dipende molto dalla nostra cultura religiosa, dal momento che sono i dogmi
religiosi a insegnare l’esistenza di un luogo di punizione, al quale sono
destinati per l’eternità tutti coloro che si macchiano di gravi peccati durante
la vita terrena.
Personalmente sono
dell’avviso che Dio non giudica, non punisce e non condanna nessuno.
L’esistenza dell’Inferno sarebbe in contraddizione con la benevolenza e l’amore
assoluto di Dio.
Vero è che lo spauracchio
dell’Inferno può tornare utile all’intera società, se usato come monito, come
deterrente per mantenere l’ordine e far rispettare le leggi civili e morali.
Purtroppo se ne vede anche un abuso da parte della Chiesa, che arriva così a
controllare la condotta sociale, sessuale, familiare della gente.
Mi rendo conto di andare
contro corrente negando l’esistenza dell’Inferno, ormai entrato
nell’immaginario collettivo anche grazie all’opera di Dante. Sono dell’idea che
l’Inferno, in un certo modo, potrebbe essere la vita corrente, quella che tutti
i giorni ci mette di fronte a ostacoli, difficoltà, malattie, sofferenze.
Ognuno di noi ha un suo percorso durante il quale ha l’occasione di
perfezionare la propria anima. Come ho già avuto occasione di dire, è solo una
questione di tempi, ma alla fine, presto o tardi, tutti raggiungeremo la Luce.
Altrimenti cadrebbe il concetto che Dio è amore.
Per lo stesso motivo
preferisco parlare di “esperienza” e non di “peccato”. Quello che la religione
considera “peccato”, non è altro che esperienza, che può diventare negativa e
rallentare il processo di perfezionamento dell’anima quando si vive con
l’intenzione e la coscienza di fare del male al prossimo.
Perché il male, quello sì
che esiste! E purtroppo ne abbiamo triste prova ogni giorno. Il male è quello
che ci fa cedere al nostro libero arbitrio e ci fa commettere esperienze
negative, creando a loro volta gli ostacoli al percorso di perfezionamento.
Ma il male non avviene per
opera di Dio, è contro la sua natura di amore assoluto. L’origine del male è da
ricercare nell’antitesi di Dio, ossia nel diavolo, in Satana, nell’unione delle
forze negative del cosmo, che tentano in ogni modo di corrompere la bontà della
creazione e dell’operato divino.
Quando le nostre anime
saranno tutte più evolute, più forti e consapevoli, e sapranno riconoscere Dio,
senza lasciarsi tentare dalle forze del male, anche il semplice monito dell’Inferno
avrà perso ogni sua importanza o necessità.